Le elezioni sono un grande momento di speranza, per tutti. Basta pensare all’enorme /quantità di promesse che girano.
Non solo quelle dei politici, notoriamente professionisti in questo campo – altro che i marinai – ma anche quelle di parenti, amici e semplici conoscenti dei candidati, che promettono di votarli senza avere la minima intenzione di farlo. In effetti, la scelta più comoda in questo caso è promettere il voto a tutti quelli che te lo chiedono e poi non darlo a nessuno di loro.
Le elezioni sono il momento in cui ognuno promette di votare per coscienza ma alla fine lo fa di pancia o portafogli.
Le promesse di quelli che si astengono, perché schifati dal “sistema partitocratico”, di impegnarsi sul sociale e “innescare una riforma dal basso”.
Le promesse degli statistici di analizzare i dati con criterio scientifico e senza pretesa di fare gli indovini e gli ermeneuti dei movimenti sociali. E quelle dei giornalisti di commentare con obiettività, indipendentemente da chi gli paga lo stipendio.
Le promesse degli eletti di impegnarsi per il bene comune indipendentemente dall’interesse e dall’appartenenza di parte, e quella dei non eletti di fare opposizione dura e leale.
E non solo promesse. Le assicurazioni dei delusi dalla politica che i candidati e i partiti sono, alla fine, tutti uguali.
Le speranze degli eletti di fare grandi cose, per sé e per gli altri, e quelle dei non eletti di vedere gli altri fallire miseramente, in modo da avere presto un’occasione per tornare alla grande.
Ma si sa, la nostra vita è un’altalena, si vide di speranze e di temporanei successi, di cadute e riprese, di sogni e di miti, di passatempi per distrarci dalla dura realtà e di scioccanti prese di coscienza, sempre sperando di non morire disperati.
Nota a margine: ridicole le preferenze alle “leader” per nome di battesimo, Giorgia e Elly, o anche scrivere “Generale” per intendere Vannacci. Un paese ridotto ai soprannomi e all’incapacità di compitare un cognome, peraltro di leader con candidature di facciata. Svalutazione non solo della politica.
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Un po’ di musica in tema
U2, “Desire”: “Yeah, she’s the promise in the year of election”.
Duran Duran, “Election Day”.
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