Beato sia il pallone e chi lo fa girare

Il gioco del soccer in una forma semplificata

E ora ci sono gli Europei. Se la Nazionale va male, non sarà perché gioca male, ma per colpa di calciopoli.

Non della corruzione, voglio dire, ma proprio di chi indaga.

Il calcio è la prima religione di un ampia percentuale di italiani. Per questo sospendere il campionato non è concepibile; sarebbe come proibire di dire messa la domenica, o forse peggio, considerando di quanto si sia ridotto il numero delle persone che vanno in Chiesa la domenica.

Come per una religione, la fede va oltre il rispetto delle regole e l’opportunità: non si può dire che la Juve ha rubato senza suscitare l’ira “a prescindere” degli juventini. Io poi uno come Moggi non lo lascerei neppure parlare, altro che rimanere dirigente della maggiore società italiana del settore. E parlo della Juve solo perché è la squadra più famosa, non per occulti motivi o per rancori personali che non ho. Provate, nei giusti ambienti, a dire qualche parola sulla gestione dell’Inter, del Milan o del Napoli.

Il gioco del soccer in un’altra forma semplificata, ma comunque più attiva del tifo televisivo

Il tutto ha gonfiato il business in maniera sproporzionata, per cui ora il meccanismo è doppiamente intoccabile. Il giocattolo si è trasformato un affare che non si può fermare.

Tutto questo avviene a discapito dello sport. Una volta si diceva che le partite di campionato dovevano essere tutte simultanee per ragioni di correttezza sportiva. Conoscere i risultati degli scontri già conclusi avrebbe infatti potuto influenzare le partite giocate in ritardo. Rinviare una partita era un evento rarissimo e sempre legato a cause di forza maggiore: maltempo, eventi imprevedibili.

Tutto è cambiato con le televisioni a pagamento: gli appassionati devono poter vedere (e comprare) ben più di una partita a settimana. Le remore di natura sportiva sono state velocemente messe da parte e non se ne parla neppure.

Gli appassionati, d’altra parte, passano sopra a tutto e sotto a tutto. Il successo della squadra del cuore va oltre ogni altra considerazione. Gli illeciti, se pure ci sono, devono essere sempre e solo degli altri.

D’altra parte, un dibattito di settimane su se fosse peggiore il giocatore che insultava l’allenatore e la sua famiglia, o quest’ultimo che ha tentato di picchiarlo, in quanti altri sport lo si può trovare?

3 risposte a “Beato sia il pallone e chi lo fa girare”

  1. il calcio è un business planetario di proporzioni ciclopiche, che prima o poi venisse fagocitato totalmente dagli interessi, legali è non, era più che prevedibile.
    L’aspetto positivo è che questa “fabbrica dei sogni” almeno tiene lontano milioni di ragazzini da cose peggiori.
    Sono di Torino è pure tifoso del Toro, la Juve per 50anni ha incarnato il potere, quello vero, quello degli Agnelli/lupi, quello della “sudditanza psicologica” degli arbitri, quello di Moggi e varie ed eventuali, se non la ami la odi.

    TADS

    1. Sostanzialmente hai ragione: troppi soldi. Che poi sono i soldi degli appassionati e dei tifosi. E’ vero, il calcio è una bella distrazione, il nuovo oppio dei popoli?

      1. il calcio il nuovo oppio dei popoli???

        per molti lo è già da tempo, sicuramente, ha anche il potere di aggregare nel bene e nel male, creare elementi identificativi di appartenenza. Da un punto di vista sociologico è un fenomeno interessante, riesce a far digerire e metabolizzare anche il martirio sportivo, una fenice capace di risorgere dalle proprie ceneri. Come hai giustamente detto è una industria che si autoalimenta, riuscissero almeno a tenerlo un pò più pulito…!!!

        TADS

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